L'ACQUA È TUTTA UGUALE?

È arrivato il caldo dell’estate, la tendenza è di cercare sempre delle bibite per dissertarsi, finendo così per fare un carico di zuccheri e non idratarsi del tutto. Non tutta l’acqua è uguale, ma si differenzia per sapore e caratteristiche. Avete mai provato a leggerne l’etichetta?

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Ogni ciclista sa bene che per riempire la borraccia, ci sono fontane più buone di altre. Dalla temperatura alla fonte, al sapore vero e proprio. Ci sono acque più “pesanti” che si fatica a bere, ed altre che vanno giù, regalando una sensazione di morbidezza.  Ma da cosa viene determinato il sapore? Nel 2002 è nata l’ADAM (Associazione Degustatori Acque Minerali) e conseguentemente sono stati definiti dei parametri organolettici per descrivere il sapore dell’acqua. Tralasciando i dettagli per i palati fini, possiamo semplificare dicendo che l’acqua presenta un sapore tanto più intenso tanto più alta sarà la concentrazione dei minerali disciolti al suo interno (espresso in etichetta come residuo fisso). L’amaro è determinato dal contenuto di magnesio, il dolce dalla prevalenza del calcio, mentre il salato dai cloruri. A questa caratteristica se ne aggiungono poi altre, come la durezza, il Ph, l’effervescenza, la purezza e la concentrazione di nitrati, ovvero dei composti inquinanti il cui limite è 45 mg/L per l’adulto e di solo 10 mg/L per i neonati.


Quale acqua bere? 

A seconda delle esigenze si può scegliere la tipologia di acqua da bere. In caso di calcoli renali, gonfiore, ritenzione idrica e ipertensione è consigliabile un’acqua minimamente minerale (residuo fisso <50 mg/L) ed iposodica (Na+ <20 mg/L) che ha un’azione diuretica. In caso di sportivi invece è fondamentale integrare con i Sali minerali persi durante l’attività fisica, scegliendo acqua mediamente minerale (residuo fisso <1500 mg/L). Se si soffre di osteoporosi o si vuole rafforzare le ossa, potrebbe essere utile bere un’acqua bicarbonato calcica (HCO3- > 300-600 mg/L e Ca++ >150 mg/L), mentre in caso di diabete è preferibile un’acqua magnesica (Mg+> 50 mg/L) mediamente minerale.

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L’acqua del rubinetto fa bene? 

Sì, In linea generale, l’acqua del rubinetto è sottoposta a tanti controlli relativi alla potabilità e alle sue caratteristiche. Nel dettaglio variano da zona a zona, a seconda dei terreni attraversati dall’acqua prima di affiorare che la portano ad arricchirsi di certi minerali piuttosto che altri, ma solitamente si tratta di un’acqua mediamente minerale. Il vantaggio è sicuramente ambientale, non dovendo acquistare acqua in bottiglia, che oltre all’utilizzo della plastica, con tutto quello che ne consegue, comporta anche un maggiore inquinamento per la sua distribuzione.

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Frizzante o naturale?  

Dal punto di vista nutrizionale non presentano differenze. L’acqua può essere naturalmente frizzante, come nel caso dell’acqua San Pellegrino o della Perrier, o può essere ottenuta con l’aggiunta di anidride carbonica a qualsiasi acqua naturale. L’effervescenza stimola maggiormente le papille gustative, provocando una maggiore sensazione di freschezza, portandoci così a sentirci dissetati più rapidamente, nonostante la quantità necessaria per idratarci non cambi.

 

Il consiglio è quindi di alternare tra le varie tipologie di acque, compreso tra acqua frizzante e naturale. Bere durante la giornata a piccoli sorsi, per avere una corretta idratazione, limitando la quantità bevuta durante ai pasti a massimo tre bicchieri, così da non inibire l’azione dei succhi gastrici importanti per la corretta digestione. Se durante l’estate avrete voglia di variare un po’ gusto, provate ad aromatizzare l’acqua, magari frizzante, tagliando della frutta di stagione o della menta e lasciandola immersa una notte.