LA QUARESIMA E IL MANGIAR MAGRO

Siamo in Quaresima, ovvero quei giorni tra la fine del Carnevale e la Pasqua. Un periodo ben noto ai Cristiani che dovrebbero astenersi dai cibi "grassi", specialmente il mercoledì delle Ceneri e tutti i venerdì, per ricordare i quaranta giorni di digiuno di Cristo.
Se vi doveste svegliare
all'epoca di Carlo Magno, ricordatevi che chi non rispettava il "mangiar magro" in Quaresima era punito con la pena di morte. Con gli anni questa pratica si è persa un po' ed oramai è seguita da pochi, mentre molti si limitano a fare un fioretto sui dolci o le caramelle, che piuttosto che nulla, è senz'altro apprezzabile.

Ma cosa significa "mangiare di magro"? Niente di troppo scientifico, perchè di fatto
i grassi si assumono ugualmente, ma da altre fonti e quindi di qualità diversa.
In origine il "magro" comprendeva tutto quello che non era carne, latticini e i rossi delle uova. Anche la verdura se cotta con lardo o strutto era proibita.

Se vogliamo ricordare i quaranta giorni di digiuno del Cristo, osservare una dieta "di magro", più bilanciata, può sicuramente
aiutare il nostro fisico a disinfiammarsi e a depurarsi, soprattutto se abbiamo esagerato coi fritti di Carnevale. Mettiamo allora in tavola: pane, polenta, legumi, zuppe o minestre di ortaggi, tortelli a base di erbe e pesce fresco, meglio se azzurro, per sfruttare ciò che la natura ci regala nel nostro Mar Mediterraneo.